Du « fait linguistique » au « fait plurilingue » à l’école française

38 | 2015 : Varia

Expériences & Recherches

Gilles Forlot

p. 73-86

Partendo dal terreno della formazione degli insegnanti della scuola primaria e secondaria, ed in modo in un certo senso programmatico, ci interesseremo in quest’articolo al fatto che la scuola, in quanto istituzione, prende in considerazione le lingue come oggetti d’apprendimento e solo raramente in quanto manifestazioni di pratiche linguistiche potenzialmente iscritte nel funzionamento sociale quotidiano dei discenti. I discorsi dei protagonisti dell’istruzione, dalla scuola primaria all’università, veicolano ideologie linguistiche che riproducono schemi compartimentati, monolingui e dominanti e non favoriscono la presa in considerazione delle pluralità nell’ambito scolastico. Se una delle permanenze della didattica delle lingue si situa in parte nell’appropriazione da parte dei discenti dei fatti linguistici, stabiliremo che una delle evoluzioni necessarie di questa didattica riguarda l’assunzione , ugualmente importante, di fatti di pluralità linguistica, vettori di interculturalità e di comprensione delle eterogeneità.

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