Da "dress code" a "competitor" le 15 parole inglesi da evitare, la battaglia linguistica della Crusca (La Repubblica)

Category: Anglicismes

di Gaia Rau - 14 Marzo 2021

Dopo "smart working" e "baby sitting" finiti nel mirino di Draghi, il presidente dell'Accademia Marazzini ha individuato gli anglicismi di cui possiamo fare a meno.

Non si tratta soltanto dello “smart working” o del contributo “baby sitting” finiti nel mirino del presidente del consiglio Mario Draghi che, venerdì, ha interrotto il suo discorso al centro vaccinale di Fiumicino domandandosi: «Chissà perché dobbiamo sempre usare tutte queste parole inglesi?». Né di tutte quelle espressioni – a cominciare da “lockdown” – diventate d’uso comune proprio nei mesi difficili della pandemia. Per l’Accademia della Crusca sono tanti e attraversano ormai ogni campo dello spazio pubblico i termini anglofoni utilizzati impropriamente, e perfettamente sostituibili con equivalenti italiani. Un terreno insidioso, sul quale l’istituzione di riferimento per la lingua italiana e il suo vocabolario, fondata a Firenze nel 1583, si batte ormai da anni, con numerosi appelli da parte dei suoi studiosi ma anche attraverso le consulenze linguistiche regolarmente pubblicate sul sito www.accademiadellacrusca.it. Abbiamo chiesto al presidente dell’Accademia, Claudio Marazzini, quali sono oggi gli anglicismi più abusati e di cui potremmo facilmente fare a meno, e la loro traduzione italiana. Lui ne ha selezionati quindici:

Leggere l'articolo

e anche

L'Accademia della Crusca: "Nei giorni del Covid, troppe parole inglesi"