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La lingua francese come strategia economica

Fonte:La francofonia come vantaggio economico

Traduzione di: Francesco Maria Froldi

PARLARE UNA STESSA LINGUA

UN VERO VANTAGGIO ECONOMICO

 

Nel novembre 2014, durante il XV Convegno sulla francofonia di Dakar, è stata adottata per la prima volta una "strategia economica per la francofonia" che evidenzia le relazioni economiche vantaggiose tra paesi che condividono la medesima lingua. La francofonia consente la promozione del commercio e della crescita. Sembra addirittura offrire una migliore flessibilità economica in tempi di crisi.

Il ruolo della condivisione di una stessa lingua nei rapporti commerciali

La condivisione di una lingua si traduce in una diminuzione dei costi di transazione e comunicazione, rendendo più facile alle aziende l’ingresso su un nuovo mercato e la persistenza del traffico commerciale già instaurato, anche in caso di turbolenza economica. Oltre a questi costi, la condivisione della lingua sembra allo stesso modo influenzare il livello di fiducia reciproca. Da un sondaggio di opinioni operato da Eurobarometro e condotto tra i paesi dell'Unione Europea tra il 1970 e il 1995, i ricercatori [1] hanno dimostrato che condividere una stessa lingua promuove una reciproca fiducia che, a sua volta, ha un’influenza positiva sul commercio. In generale, considerare la vicinanza linguistica aiuta a migliorare la nostra comprensione su determinati comportamenti economici in settori quali quello del commercio internazionale, delle migrazioni, dell'apprendimento delle lingue o ancora dei risultati del concorso Eurovision. [2]

Che dire allora della Francofonia? In un recente studio pubblicato nel libro "L'impatto economico delle lingue" [3], abbiamo stimato l'impatto della condivisione del francese nel commercio dei paesi francofoni. Poiché i contorni della francofonia non sono chiari, ci siamo basati sui seguenti due criteri: (i) criterio politico: il francese deve avere lo status di lingua ufficiale; o (ii) criterio demografico: almeno il 20% della popolazione è francofona. Applicando questa definizione, 33 paesi appartengono all'area francofona. [4]

 

Grafico 1: Lo spazio francofono 

Nel 2013, circa il 14% degli scambi commerciali dei paesi francofoni si svolgeva con altri paesi della stessa area. Tenuto conto del fatto che lo spazio francofono rappresenta circa l'8% del PIL mondiale nel 2013, questa cifra sembra confermare l'esistenza di un rapporto commerciale privilegiato tra questi paesi. Se questo risultato può essere spiegato in parte dalla diminuzione dei costi nel commercio presente laddove si parla la medesima lingua, altri fattori (come la vicinanza geografica, i forti legami storici, gli accordi commerciali preferenziali, ecc) contribuiscono ugualmente a stimolare il commercio all'interno dello spazio francofono. Per distinguere l'impatto specifico del linguaggio comune, abbiamo condotto un'analisi econometrica su un ampio campione (153 paesi, tra cui 33 francofoni, nel periodo 1995-2009). In media, sembra che un paese di lingua francese benefici di un commercio del 22% più elevato con i paesi dello spazio francofono, se lo compariamo al commercio che avrebbe avuto con gli stessi paesi nel caso in cui non fossero stati francofoni. Ciò accresce la ricchezza (ad esempio, la Francia ha un impatto indiretto sul PIL pro capite del 2,6%). Inoltre, i risultati indicano che la condivisione del francese ha permesso una migliore capacità di ripresa nelle relazioni commerciali in crisi con un aumento del 33% degli scambi tra questi paesi tra il 2008 e il 2009.

Grafico 2: L’influenza del francese sul commercio bilaterale nello spazio francofono

Fonte: Carrère and Masood (2016)

Il diamante identifica il supplemento stimato del commercio bilaterale (in %) e i tratteggiati rappresentano gli intervalli di confidenza del 10% associati all’impatto stimato.

 

I vantaggi del multilinguismo a livello individuale

Oltre a questi benefici macroeconomici, Francois Grin [5] sottolinea i vantaggi derivanti dalla padronanza delle lingue straniere nell'attività professionale a livello individuale. L'autore stima le differenze nel reddito di lavoro che possono essere attribuite alle competenze linguistiche degli individui, con particolare attenzione al caso di paesi multilingue come il Canada e la Svizzera. La padronanza del francese nella Svizzera tedesca si traduce in un premio salariale di circa il 14%. Più in generale, padroneggiare diverse lingue si traduce in una migliore inserzione nel mondo del lavoro ed in una più ampia scelta.

Quali insegnamenti per il futuro del mondo francofono?

Cosa succederebbe se diffondessimo la francofonia? La promozione del francese contribuirebbe alla maggiore influenza della lingua francese e della sua cultura a livello internazionale. Con solo questo elemento si potrebbe giustificare una politica di promozione della francofonia. Inoltre, i risultati sopra presentati dimostrano l'esistenza di ricadute positive sull'economia dovute allo sviluppo del francese. Tuttavia, i benefici attesi da una politica di promozione della lingua francese devono essere sfumati: ciò implicherebbe un aumento della proporzione di persone straniere che parlano francese, ma non dovrebbe influenzare, almeno a breve termine, la proporzione di francofoni aventi il francese come lingua madre, né influenzare sull'adozione di quella lingua come lingua ufficiale. Jacques Melitz e Farid Toubal [6] hanno scomposto l'impatto della lingua nei rapporti commerciali bilaterali distinguendo il rispettivo effetto delle componenti. La loro analisi dimostra che la condivisione di una lingua parlata ma non nativa rappresenta poco meno di un terzo dell'effetto complessivo di una lingua comune. L'impatto sarebbe minore del previsto perché l'allargamento della francofonia agirebbe solo su una delle componenti dell'effetto positivo della lingua.

Tuttavia, questi risultati suggeriscono anche che la lingua francese potrebbe avvantaggiarsi di una forte crescita demografica nell'Africa francofona (dove il francese è la lingua madre di gran parte della popolazione) e di un recupero economico della regione nei prossimi decenni. La Francia e gli altri paesi francofoni potrebbero beneficiare di questa forte crescita a condizione di riuscire a far fronte alla crescente concorrenza della lingua inglese nella regione.

E perché non rendere più dinamico il mondo francofono integrando i cosiddetti paesi "francofili" ad alto potenziale di crescita, come suggerito da Attali (2014) [7], quali Nigeria, Ghana, Qatar, Tailandia, Vietnam o Egitto?

Le opinioni espresse in questo blog sono quelle degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale delle istituzioni alle quali sono affiliati o a quella dell'AFD.

 

02 août 2016

 

 

[1] Guiso, L., Sapienza, P. et L. Zingales (2009), » Cultural Biases in Economic Exchange « , Quarterly Journal of Economics 124, 1095-1131.

[2] V. Ginsburgh (2016)  » Les distances linguistiques et leurs effets sur les comportements économiques », chapitre 2 dans L’impact économique des langues, Carrère, C (dir.). Ferdi – Economica, Paris.

[3] C. Carrère et M. Masood (2016) « Poids économique de la francophonie: son impact via l’ouverture commerciale » chapitre 4 dans L’impact économique des langues, Carrère, C (dir.). Ferdi – Economica, Paris.

[4] Liste des pays francophones selon cette définition: Algérie, la Belgique, le Bénin, le Burkina Faso, le Burundi, le Cameroun, le Canada, la République Centrafricaine, les Comores, le Congo, la Côte d’Ivoire, Djibouti, la France, le Gabon, la Guinée, la Guinée équatoriale, Haïti, Israël, le Liban, Luxembourg, Madagascar, le Mali, le Maroc, la Mauritanie, Maurice, le Niger, la RDC, le Rwanda, le Sénégal, la Suisse, le Tchad, le Togo et la Tunisie.

[5] F.Grin (2016) « La valeur des langues dans l’activité professionnelle » chapitre 5 dans L’impact économique des langues, Carrère, C (dir.). Ferdi – Economica, Paris.

[6] Les résultats de cette étude sont résumés et discutés dans J.Melitz (2016) « Langue, commerce, bien-être et francophonie » chapitre 3 dans L’impact économique des langues, Carrère, C (dir.). Ferdi – Economica, Paris.

[7] Attali, J. 2014. « La Francophonie et la Francophilie : moteurs de croissance », La Documentation Française.